ANNO 14 n° 119
Giovedì Web
Il web dove non
arriva internet
di Samuele Coco
19/05/2016 - 02:00

di Samuele Coco

Abituati come siamo a vivere le nostre giornate in compagnia di Facebook e Twitter, facciamo ormai fatica a pensare di vivere una vita senza questi media. Ma se per qualche motivo ci recassimo in uno dei tanti piccoli comuni di campagna o di montagna dove (purtroppo…) non ci sono connessioni veloci, probabilmente ci accorgeremmo di come tanti aspetti di questi nuovi strumenti della rete esistano già da tempo in un formato analogico.

A portare alla luce in maniera creativa questo aspetto ci ha pensato l’artista milanese Biancoshock: all’interno di un festival di street art svoltosi in un piccolo comune del Molise, Civitacamporano, il creativo designer ha utilizzato il paesino come una sorta di laboratorio a cielo aperto per poter realizzare il suo progetto. Biancoshock ha dichiarato di aver avuto questa idea solo dopo essersi recato sul posto e dopo essersi reso conto che l’assenza di internet non era percepita come un dramma dalla popolazione locale.

L’opera realizzata dall’artista milanese intitolata Web 0.0 (tra l’altro visibile in un breve video qui è nata dopo aver osservato le dinamiche quotidiane del piccolo paese: la bacheca degli annunci della piazza centrale è diventata così il Facebook locale; il telefono rosso delle cabine telefoniche è stato sostituito con quello verde dell’icona di Whatsapp; la cassetta postale presenta il logo di Gmail, etc.

È certamente chiaro a tutti che Gmail, YouTube o Whatsapp non sono altro che dirette emanazioni digitali di comportamenti che teniamo (o che forse tenevamo?) nelle nostre vite. Probabilmente non è corretto parlare di un mondo prima e dopo internet in questi casi: infatti, non tutto e tutti traggono necessariamente dei vantaggi dalle nuove forme di comunicazione, quindi non è detto che tutto il sapere del mondo sia custodito solo da Wikipedia. Ad ogni modo, il lavoro di Biancoshock ci fa sorridere e riflettere. Mescolare insieme i due modi di vita strappa più di qualche sorriso, ma allo stesso tempo viene da chiedersi: tra qualche anno esisterà ancora questa realtà disconnessa?





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